Morire dal ridere: cosa significa?
Cosa significa “ridere”?
Una definizione può essere questa: « Esprimere la gioia attraverso l’espressione del viso, alcuni movimenti della bocca e dei muscoli facciali, con espirazioni irregolari più o meno rumorose»
Cosa accade sul piano psicologico?
Ridere è un’emozione, sollecitata dall’emisfero cerebrale destro e dalla parte inconscia del cervello, il che spiega perché il riso è spesso incontrollabile e comunicativo, ma anche perché non tutti ridono per le stesse cose.
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Cosa accade sul piano fisiologico?
Nel ridere si attivano diversi muscoli: quelli del viso, della laringe, i muscoli della respirazione e il diaframma, gli addominali ed i muscoli degli arti. I piccoli muscoli del viso, come quelli zigomatici o i frontali, i temporali quelli che attivano le labbra o le pupille, tutti si contraggono. Gli angoli della bocca e delle pupille si inclinano verso l’alto ed appare il sorriso. Nello stesso tempo, i muscoli della mascella si rilassano e le corde vocali ed i muscoli della laringe si preparano alle ‘vocalizzazioni’ del ridere. Queste appaiono quando il diaframma inizia delle contrazioni più brevi, ma più intense, intervallate da profonde ispirazioni. I muscoli respiratori della gabbia toracica accompagnano il movimento. Le spalle si scuotono, la testa dondola, le mani si distendono e possono aprirsi e lasciar cadere ciò che tenevano. Anche le gambe possono ‘fare cilecca’ ed obbligare la persona che ride a mettersi seduta, per non cadere. Altra conseguenza del ridere è il ritmo cardiaco, che prima si innalza, per poi abbassarsi in modo durevole. Le arterie e le vene si dilatano e la pressione diminuisce. I bronchi si aprono e la ventilazione polmonare aumenta.
Ridere fa bene?
Si. Le conseguenze del riso interessano anche gli aspetti cerebrali, perché si permette la liberazione di endorfine e si stimola la produzione di catecolamine. Ridere fa bene per l’appetito, il sonno, le capacità intellettuali. La terapia del riso è ovunque apprezzata per i suoi benefici effetti, sia quando viene applicata all’interno di una struttura ospedaliera, sia quando la si usa per corsi aziendali.
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Si può davvero morire dal ridere?
Teoricamente si, anche se i casi di decessi dopo una risata sono davvero pochi e pochissimo documentati. Le possibili cause possono derivare da arresto cardiaco o asfissia, causata anch’essa da un accesso di risate. Casi di morte per risate sono stati registrati dai tempi dell’antica Grecia ai tempi moderni. La frase “morire dal ridere”, in ogni caso, è una frase utilizzata più come iperbole che come dato di realtà.
Chi sarebbe “morto dal ridere”, nella storia?
Vi sono molti aneddoti, la maggior parte dei quali sicuramente non saranno veri, ma in ogni caso sono curiosi:
Si dice che Zeusi , un pittore greco del V secolo a.C., sia morto ridendo del modo in cui dipinse la dea Afrodite, dopo che l’anziana donna che glielo aveva commissionato aveva insistito per modellare il ritratto.
Crisippo , noto anche come “l’uomo che morì ridendo della sua stessa battuta”, è un filosofo stoico greco del III secolo AC che morì di risate dopo aver visto un asino mangiare i suoi fichi fermentati; disse a uno schiavo di dare all’asino del vino non diluito per innaffiarli, e poi, “avendo riso troppo, morì” ( Diogene Laerzio 7.185).
Nel 1410, re Martino d’Aragona morì per una combinazione di indigestione e risate incontrollabili scatenate da una barzelletta raccontata dal suo buffone di corte preferito.
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Nel 1556 Pietro Aretino si dice che sia morto soffocato per aver riso troppo.
Nel 1660, si dice che Thomas Urquhart , un aristocratico scozzese, poliedrico e primo traduttore degli scritti di François Rabelais in inglese, sia morto ridendo dopo aver saputo che Carlo II era salito al trono.
Il 14 ottobre 1920, Arthur Cobcroft, 56 anni, un addestratore di cani di Loftus Street, Leichhardt, Australia, stava leggendo un giornale vecchio di cinque anni ed era divertito dai prezzi di alcune merci nel 1915 rispetto al 1920. Fece un’osservazione a sua moglie riguardo a questo, e scoppiò a ridere, e nel bel mezzo di ciò crollò e morì. Fu chiamato un medico di nome Doctor Nixon, che affermò che la morte era dovuta a insufficienza cardiaca, causata da risate eccessive.
Durante la notte del 30 ottobre 1965 a Manila, nelle Filippine, un carpentiere di 24 anni, raccontava barzellette ai suoi amici. Nel mentre, il carpentiere iniziò una risata incontrollabile, svenne, fu portato in ospedale, ma morì prima che potesse ricevere assistenza medica. Nel libro The Big Book of Boy Stuff dell’autore Bart King si racconta di questo incidente, anche se in questa versione la barzelletta veniva raccontata dagli amici al carpentiere e non viceversa. Uguale il finale: “ha riso finché non ha pianto, è crollato e poi è morto. ”
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Il 24 marzo 1975, Alex Mitchell, di King’s Lynn , in Inghilterra, morì ridendo mentre guardava l’ episodio ” Kung Fu Kapers ” di The Goodies , con uno scozzese in kilt con le sue cornamuse che combatteva contro un maestro di arti marziali dei Lancaster “Eckythump”. Dopo 25 minuti di risate continue, Mitchell si è accasciato sul divano ed è morto per insufficienza cardiaca . La sua vedova in seguito ha inviato una lettera a The Goodies ringraziandoli per aver reso gli ultimi momenti di vita di Mitchell così piacevoli.
Nel 1989, durante la prima esecuzione del film A Fish Called Wanda , un audiologo danese di 56 anni di nome Ole Bentzen avrebbe riso a morte.
Anche gli animali ridono?
Oggi sappiamo che non solo l’essere umano, ma anche altri animali ridono: ad esempio i roditori, che emettono dei suoni che noi non sentiamo, ma che sembrano assolutamente tipici del riso.
Dott.ssa Giuliana Proietti
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