Psicologia e Cyberspazio
E’ ancora utile distinguere nettamente fra reale e virtuale?
No, seppure siano scenari completamente differenti, essi ormai si fondono e si completano fra loro in varie situazioni della vita.
Cosa è il cyberspazio?
Il cyberspazio è una sorta di mondo virtuale, una dimensione immateriale, parallela a quella fisica, a cui si accede collegandosi a Internet. Ogni persona conosce e vive diversamente questo spazio, a seconda delle sue interazioni e delle sue informazioni. Il modo più semplice per definire il cyberspazio è “il mondo di Internet”, oppure “la rete”.
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Come si realizza il cyberspazio?
Si realizza mettendo in comunicazione i computer di tutto il mondo in un’unica rete: questo permette a tutti agli utenti di interagire tra loro.
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Cosa significa il termine cyberspazio?
E’ la fusione di due parole: cibernetica e spazio.
Chi ha coniato il termine cyberspazio?
Il termine è comparso nella prima metà degli anni ottanta nella fantascienza cyberpunk di William Gibson, dove il ciberspazio comprendeva vari tipi di realtà virtuale, condivisa da utenti profondamente immersi in tali dimensioni, o da entità che sussistevano all’interno dei sistemi informatici.
Come interagiscono le persone nel cyberspazio?
Le persone interagiscono usando tecnologie per la comunicazione mediata dal computer.
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e in queste città:
Quanto è grande il cyberspazio?
Il cyberspazio non ha confini e per questo non è circoscrivibile: ogni persona se lo rappresenta, qualitativamente e quantitativamente, a suo modo.
Il cyberspazio interessa la sfera emotiva delle persone?
Si, anche se non vi sono contatti fisici. Grazie alle moderne tecnologie è per possibile soddisfare molti sensi: la vista e l’udito, ad esempio, che permettono di darsi una rappresentazione piuttosto accurata di ciò che si sta guardando attraverso lo schermo, quasi ad immaginarselo nella realtà fisica.
Il cyberspazio deve essere considerato reale?
Si, deve essere considerato reale perché produce effetti concreti e tangibili sulla vita delle persone. In rete ormai le persone interagiscono per motivi di lavoro, di amicizia, di interesse, provando emozioni di varia natura che poi producono effetti nella vita reale.
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Oltre che di cyberspazio si può parlare di una cyberciviltà?
Si, infatti le persone che interagiscono in rete sono componenti attive di una cyberciviltà in cui esperienze ed informazioni si mescolano, creando una comunione di interessi e di nuovi rapporti umani. Ogni persona oggi appartiene ad almeno un gruppo online, con il quale condivide idee, informazioni e valori.
Come nasce l’esperienza umana nel cyberspazio?
Anzitutto c’è la conoscenza: conoscenza del mondo virtuale che si va a visitare collegandosi a Internet e, naturalmente, anche conoscenze tecniche per quanto riguarda l’uso degli strumenti che permettono la connessione, sia hardware che software.
Quale percezione hanno di Internet le persone?
Le persone percepiscono il proprio computer o cellulare come una estensione della propria mente: uno “spazio” che riflette e modella i loro gusti, i loro atteggiamenti ed interessi. Si pensi al linguaggio tecnologico che definisce le varie esperienze che si possono vivere nel cyberspazio: dominio, sito, finestre, stanze virtuali… Lo sforzo è, in effetti, quello di farlo sembrare uno spazio reale.
In che modo le interazioni nel cyberspazio sono diverse da quelle che avvengono nel mondo reale?
Ci sono varie differenze: in primis i confini geografici non esistono, le interazioni sociali possono essere sincrone, ma anche asincrone, quasi tutto è registrabile e si può interagire anche in modo anonimo, anche sperimentando identità diverse.
Cosa è la cyberpsicologia?
La cyberpsicologia è una nuova disciplina che cerca di comprendere il comportamento umano nel cyberspazio.
Quali sono i settori studiati finora dalla cyberpsicologia?
Finora la cyberpsicologia ha studiato le dipendenze da Internet, la mancanza di autostima a seguito del confronto su Internet, il cyberbullismo, la paura di perdersi qualcosa (FOMO), le interazioni sui social media, ecc.
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