Social Media: conoscerli e saperli gestire
Cosa sono i social media?
I social media possono essere definiti come qualsiasi piattaforma che consente di condividere media, cioè immagini, video, testi, in diversi formati. Queste piattaforme consentono alle persone di connettersi e comunicare con altre persone, anche sconosciute.
Come si distinguono i social media?
Esistono diversi tipi di servizi di social media, che soddisfano esigenze diverse e ospitano diversi tipi di contenuti, rivolgendosi a categorie diverse di utenti.
Ecco le categorie principali:
1. Siti di social network
Si tratta di siti utilizzati principalmente per connettersi con amici e familiari. Queste piattaforme, che ospitano testi, foto e video, incoraggiano le conversazioni personali e la condivisione di esperienze e conoscenze.
Gli utenti possono creare contenuti esclusivi, condividere i propri pensieri e creare gruppi basati su interessi simili. Lo scopo è quello di soddisfare le esigenze sociali degli utenti, anche se poi le aziende e gli operatori di marketing utilizzano queste piattaforme per i loro scopi commerciali, dal momento che esse forniscono, pressoché gratuitamente, un’immensa quantità di dati, utili per proporre annunci mirati, con metriche e dati demografici specifici. Queste piattaforme sono Facebook, LinkedIn e Twitter.
Facebook è una piattaforma che consente diversi tipi di interazioni e condivisioni, Linkedin è una piattaforma più professionale, la cui finalità è abilitare le interconnessioni in ambito business, Twitter è una piattaforma di “micro-blogging” che permette aggiornamenti di stato limitati nel numero di caratteri (140) e la condivisione di alcuni contenuti (link, foto, posizione).
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2. Siti basati su immagini
Le piattaforme che permettono la pubblicazione di contenuti basati su immagini hanno acquisito maggiore importanza negli ultimi tempi (contenuti come infografiche, illustrazioni e immagini catturano facilmente l’attenzione degli utenti). Le app Pinterest e Instagram sono state progettate per amplificare la condivisione delle immagini, con in mente l’idea che un’immagine possa valere più di mille parole per comunicare.
Queste piattaforme sono utilizzate anche dalle aziende, che creano lì le loro “vetrine”.
Instagram è il leader di settore ed ha ampiamente superato un miliardo di utenti mensili. Questo è stato a lungo il luogo di espressione di influencer, artisti, aziende piccole e grandi ed è diventata una delle piattaforme di social media più popolari per utenti sotto i quaranta anni.
Pinterest è un servizio di rete sociale basato sulla condivisione di fotografie, video e immagini. Il nome deriva dall’unione delle parole inglesi pin (spillo, puntina da disegno) e interest interesse). Pinterest permette agli utenti di creare bacheche in cui catalogare le immagini presenti nelle pagine web in base a temi predefiniti oppure da loro scelti.
3. Piattaforme di condivisione video/streaming
Una delle principali piattaforme che ha rimodellato il modo in cui le persone interagiscono con i contenuti video è YouTube. Con oltre un miliardo di utenti attivi mensilmente, la piattaforma è diventata essa stessa un motore di ricerca per la maggior parte degli utenti, che cercano le informazioni in video anziché in testi scritti.
Negli ultimi anni si è sviluppata Tik Tok, una app cinese che è attualmente l’applicazione più scaricata al mondo, avendo superato Instagram e Facebook. Si tratta di un social network che permette di pubblicare video di breve durata su vari temi. Gli utenti sono molto creativi nel raccontare barzellette, recitare in scenette domestiche, dare consigli di viaggio, o mostrare cosa sanno fare in vari ambiti.
Oltre ad avere un canale e pubblicare contenuti, le aziende hanno imparato a fare pubblicità su queste piattaforme, con annunci che vengono inseriti tra i video che hanno ottenuto percentuali di clic più elevate.
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4. Forum di discussione
I forum di discussione hanno l’unico scopo di consentire agli utenti di porre domande e ottenere risposte da persone diverse. Queste piattaforme sono progettate per stimolare conversazioni basate su interessi condivisi o curiosità. I nomi più famosi in questo settore sono Quora e Reddit.
Sebbene le persone non siano identificabili su queste piattaforme come può avvenire altrove, le informazioni e le conoscenze che esse possono veicolare sono ciò che le rende rilevanti. Le aziende possono utilizzarle per ricavarne pensieri non filtrati da parte del pubblico, condurre ricerche o rispondere a qualsiasi domanda le persone possano avere sul proprio settore.
5. App di messaggistica istantanea
Ormai da tempo non si usano più gli SMS, che sono stati sostituiti da app di messaggistica istantanea come Whatsapp, Facebook Messenger, Viber, Telegram. Con queste app si possono fare chiamate e video-chiamate, si possono inviare messaggi vocali, foto, video, documenti e si possono creare chat di gruppo. La messaggistica istantanea si è rapidamente diffusa grazie alla facilità d’uso e alla rapidità in cui possono essere ricevute le risposte. I messaggi di messaggistica istantanea non richiedono una formattazione, come le email e sono meno formali. Le aziende usano soprattutto Facebook Messenger per le comunicazioni esterne dal momento che tutte ormai hanno una pagina Facebook in cui presentano i prodotti e interagiscono con la clientela.
Sessualità e terza età
I bambini possono essere soggetti a pericoli e rischi frequentando questi social?
Si. Essi possono essere esposti in particolare a cyberbullismo, avances di pedofili e richiesta di informazioni personali per usi diversi, non sempre legali.
Va detto che i social media non sono progettati per i bambini. Alcune applicazioni hanno domande per la verifica dell’età, ma la maggior parte no. Ci sono milioni di ragazzi minorenni che utilizzano questi tipi di applicazioni senza alcun filtro: è compito dei genitori sorvegliare, consigliare, limitare.
Gli adulti devono temere i social media?
L’uso dei social media è riconosciutamente associato a vari problemi che possono minare il benessere della persona. In particolare, la ricerca mostra che l’uso dei social media può provocare ansia, stress, depressione, senso di solitudine, attacchi di invidia, bassa autostima, dipendenza nei confronti di una piattaforma specifica che interferisce con le attività quotidiane, peggiorando la concentrazione e l’efficienza.
E’ sicuro che vi sia un nesso diretto di causalità fra uso dei social media e malessere psicologico?
Non del tutto. Può darsi, infatti, che le persone con depressione, ansia, senso di solitudine ecc. tendano a utilizzare i social media più di altre persone e che dunque gli stati negativi riscontrati dalla ricerca scientifica sulla salute psicofisica delle persone non siano un effetto, ma una causa, rispetto all’uso dei social.
Non si può del resto neanche escludere l’ipotesi per cui coloro che utilizzano pesantemente i social sviluppino successivamente una maggiore depressione.
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Perché i social dovrebbero indurre depressione?
Una spiegazione potrebbe essere data dal fatto che che l’esposizione a rappresentazioni altamente idealizzate di coetanei sui social media possa suscitare sentimenti di invidia e la convinzione distorta che gli altri conducano vite più felici e/o di maggior successo. Di conseguenza, questi sentimenti di invidia possono portare nel tempo a un senso di inferiorità e depressione.
Vi sono altre spiegazioni?
Si. Ad esempio si è detto che la sensazione di “aver sprecato il tempo” impegnandosi in attività poco significative sui social media possa influenzare negativamente l’umore.
Perché le persone continuano a usare i social media anche quando sanno che questa cosa le fa stare male?
Un motivo è che semplicemente non sono consapevoli della influenza dannosa che hanno i social su di loro, oppure perché temono di perdersi qualcosa che possa interessarle ed essere anche per questo escluse dalla propria cerchia.
Se una persona non pubblica nulla, ma guarda solo i contenuti degli altri corre qualche pericolo?
Assolutamente si: la ricerca mostra che l’uso passivo dei social media è più fortemente associato a problemi di salute mentale rispetto all’uso attivo dei social media, proprio perché l’attenzione a questi contenuti provoca confronti sociali e invidia.
Cosa fare per non lasciarsi influenzare troppo dall’uso dei social?
Quello che si può fare, a livello preventivo, è ridurre l’uso dei social media, trovando attività alternative e interessanti in cui impegnarsi. Questo utilizzo ridotto può riguardare non solo il tempo che si trascorre navigando sui social media, ma anche altri fattori, come il numero di piattaforme che si utilizzano. Inoltre, sarebbe bene concentrarsi sull’uso dei social media, comunicando attivamente con le persone a cui si tiene, piuttosto che come un modo passivo per consumare informazioni.
Inoltre, invece di avere un obiettivo vago, come “usare meno i social media”, è meglio avere un obiettivo più concreto, come “usare i social media non più di tot minuti al giorno”.
La ricerca mostra che quando le persone si prendono una pausa temporanea dai social media, ciò può portare a una riduzione effettiva del loro utilizzo dei social media nel lungo termine, il che significa che anche piccoli obiettivi possono portare a risultati effettiva riduzione dell’utilizzo dei social. Per alcune persone è più facile smettere completamente piuttosto che cercare di limitare semplicemente il loro uso dei social media: questa deve essere una decisione personale.
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Che altro tenere in mente per non lasciarsi coinvolgere in modo negativo dai contenuti sui social?
Occorre tenere in mente che i social media sono, di fatto, un mondo artificiale in cui la vita delle persone è fatta di vacanze esotiche, amicizie, ristoranti, spiagge, ecc. Le persone che postano questi materiali sui social tendono esse stesse a idealizzare i loro contenuti, esagerandoli, per poter ottenere dei like e piacere agli altri. In sostanza, ciò significa che le vite straordinarie degli altri che si vedono sui social media, sono spesso una versione idealizzata e falsa della realtà.
Cosa altro fare?
Il suggerimento è usare i social in modo attivo, per comunicare con le persone care, per condividere interessi e passioni, piuttosto che immagini di se stessi e della propria vita, evitando di concentrarsi troppo sulle immagini postate dagli altri.
Dr. Giuliana Proietti
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