La nascita delle religioni
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Dr. Giuliana Proietti
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Le religioni sono una caratteristica universale delle società umane, sviluppatesi in contesti diversi nel corso della storia. Se vogliamo capire come e perché la religione si è evoluta, dobbiamo iniziare a esaminare le religioni privandole delle caratteristiche culturali aggiunte successivamente. Dobbiamo cioè farci meno domande sui Grandi Dei e sui vari credi, e farci più domande sulla motivazione per cui i nostri antichi antenati, attraverso le religioni, hanno trovato un modo pacifico per stare insieme.
Del resto, se tutte le società hanno una religione, questo significa che la religione è imprescindibile, in quanto ha un chiaro scopo sociale.
Di religione si sono occupate molteplici discipline, dalla psicologia evoluzionistica all’antropologia e alle neuroscienze. Cerchiamo allora di saperne di più.
Quale è l’origine dell’essere umano?
Secondo Jonathan Turner, autore di The Emergence and Evolution of Religion, discendiamo da una lunga serie di ominidi ancestrali con “legami sociali deboli e nessuna struttura di gruppo permanente”.
La nostra linea evolutiva si è distaccata da quella delle scimmie circa 19 milioni di anni fa. Gli oranghi si sono distaccati circa 13-16 milioni di anni fa, mentre la linea dei gorilla si è ramificata circa 8-9 milioni di anni fa. La linea degli ominidi si è poi ramificata in due circa 5-7 milioni di anni fa, con una linea che ha portato agli scimpanzé e ai bonobo, e l’altra a noi.
Noi, esseri umani moderni, condividiamo il 99% dei nostri geni con gli scimpanzé, il che significa che siamo le due tipologie di scimmie più vicine dell’intera linea.
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Vi sono ancora somiglianze fra noi e gli animali antropomorfi per quanto riguarda la struttura sociale?
Le somiglianze tra umani e scimpanzé sono molte, ma vi sono anche differenze, come quella che ha a che fare con la dimensione del gruppo. Gli scimpanzé, in media, possono formare un gruppo di circa 45 individui, mentre il gruppo umano medio è di circa 150 (cosiddetto numero di Dunbar). La ragione di ciò è che gli esseri umani hanno la capacità di raggiungere il triplo dei contatti sociali degli scimpanzé (e la religione va inquadrata in questa differente capacità di socialità).
Mentre i nostri antenati scimmia si spostavano dagli habitat forestali ad ambienti più aperti, come le savane dell’Africa orientale e meridionale, le pressioni darwiniane influivano su di loro per renderli più sociali ed avere una maggiore protezione dai predatori e un migliore accesso al cibo; ciò rendeva più facile anche l’accoppiamento.
Senza la capacità di mantenere nuove strutture, come piccoli gruppi di cinque o sei cosiddette famiglie nucleari, questi ominidi non sarebbero stati in grado di sopravvivere.
Questo processo di socializzazione è dipeso dall’intelligenza umana?
Non esattamente. Soprattutto è dipeso dalla capacità emotiva, che ha determinato alcuni importanti cambiamenti nella nostra struttura cerebrale.
Perché gli ominidi hanno pensato alla religione?
A livello cerebrale, nella lunga evoluzione, le alterazioni più importanti hanno riguardato le parti sottocorticali del cervello, le quali hanno dato agli ominidi la capacità di sperimentare una gamma più ampia di emozioni. Queste emozioni, potenziate, hanno promosso il legame sociale, un risultato cruciale per lo sviluppo della religione.
Quando è avvenuto questo potenziamento sottocorticale?
I ricercatori fanno riferimento a circa 4,5 milioni di anni fa, quando emerse il primo Australopiteco, con una dimensione cerebrale maggiore. L’ Homo habilis aveva una capacità cranica di 775 cc, mentre per l’ Homo erectus era leggermente più grande, a 800-850. Gli esseri umani moderni hanno una dimensione del cervello con una capacità cranica fino a 1.400 cc.
Sebbene la neocorteccia degli umani sia tre volte più grande di quella delle scimmie, la subcorteccia è grande solo il doppio, il che fa credere che il miglioramento delle emozioni degli ominidi si sia avviato ben prima che la neocorteccia iniziasse a crescere, fino alle dimensioni umane attuali.
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Quali emozioni hanno permesso la nascita della religione?
La religione è nata attraverso una combinazione delle emozioni primarie. Ad esempio, la combinazione di felicità e rabbia genera vendetta, mentre la gelosia è il risultato della combinazione di rabbia e paura. Lo stupore, che figura principalmente nella religione, è la combinazione di paura e felicità. Le elaborazioni di secondo ordine sono ancora più complesse e si sono verificate nell’evoluzione da Homo erectus (1,8 milioni di anni fa) a Homo sapiens (circa 200.000 anni fa). La colpa e la vergogna, ad esempio, due emozioni cruciali per lo sviluppo della religione, sono la combinazione di tristezza, paura e rabbia.
Ecco come la natura ce l’ha fatta: la promozione della solidarietà richiede emozioni positive, quindi la selezione naturale ha dovuto trovare un modo per silenziare le emozioni negative e migliorare quelle positive: questo è stato il compito della religione.
Quindi alla base delle religioni c’è la solidarietà?
Si, ma la solidarietà umana è stata possibile solo tramite l’eccitazione emotiva che ruota attorno a emozioni positive: amore, felicità, soddisfazione, cura, lealtà, oltre alla mitigazione del potere delle emozioni negative, o almeno alcune emozioni negative. Una volta che queste nuove valenze di emozioni positive sono state neurologicamente possibili, hanno potuto intrecciarsi con rituali e altri comportamenti che suscitano emozioni, per migliorare la solidarietà e, alla fine, produrre nozioni di divinità o di forze soprannaturali.
Quando sono nate le principali religioni?
Secondo Nicolas Baumard dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi, i movimenti ascetici e morali che hanno dato luogo alle principali tradizioni religiose del mondo, cioè Buddismo, Islam, Ebraismo, Induismo e Cristianesimo, sono tutti nati nello stesso periodo, in tre diverse zone geografiche dell’Eurasia, tra il 500 a.C. e il 300 a.C.,(“Periodo Assiale”), grazie al miglioramento delle condizioni di vita, che favorirono il credo nella ‘trascendenza personale”,
Gli esseri umani che vivevano in società tribali, o anche negli imperi arcaici, spesso sperimentavano la fame e le malattie, e vivevano in case molto rudimentali. Per contro, il forte aumento della popolazione e l’urbanizzazione del periodo assiale suggerisce che, per alcune persone, le cose cominciarono a migliorare.
Da qui l’idea che l’esistenza umana avesse uno scopo, distinto dal successo materiale, che si trovava in una vita morale e nel controllo dei propri desideri materiali, attraverso la moderazione (nel cibo, nel sesso, nell’ambizione, ecc), l’ascetismo (il digiuno, l’astinenza, il distacco), e la compassione (aiutare e soffrire con gli altri).
Secondo questo punto di vista, sarebbe la ricchezza ciò che spiega la nascita della religione perché quando le persone cominciarono a sentirsi più al sicuro, con dei tetti sopra le loro teste e abbondanza di cibo da mangiare, sia nel tempo presente, sia nel prossimo futuro, cominciarono a impegnarsi in investimenti di più lungo termine, come la religione.
Quali sono le caratteristiche comuni fra le principali religioni?
Le caratteristiche comuni fra Buddismo, Islam, Ebraismo, Induismo e Cristianesimo sarebbero le seguenti:
1) di solito c’è un uomo fondatore che riceve la parola di Dio;
2) c’è un testo chiave o un insieme di testi che definisce la relazione dell’uomo con Dio;
3) ci sono modi raccomandati di vivere e adorare;
4) le persone si riuniscono regolarmente per far interpretare loro la parola di Dio da un’autorità religiosa;
5)c’è una via per l’auto-trasformazione e la salvezza eterna, in un modo o nell’altro.
Quali sono le differenze?
Ogni fede ha le sue risposte alle domande sull’umanità e ognuna ha pratiche diverse. Tutte le fedi, a parte il confucianesimo, che alcuni studiosi classificano come un sistema etico piuttosto che una religione, offrono la salvezza eterna in una forma o nell’altra. Il giudaismo, il cristianesimo e l’Islam sono tutti monoteisti, con una divinità onnipotente e onnisciente. L’induismo consente l’adorazione di numerosi e potenti dei e dee. Anche il Buddismo e il Taoismo accettano l’esistenza di molteplici esseri divini in varie forme e incarnazioni.
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La religione ha anche funzioni psicologiche?
Si. La religione comporta diverse funzioni psicologiche che hanno contribuito alla sua diffusione e persistenza:
- Regolazione emotiva: le credenze religiose possono offrire conforto nei momenti di incertezza e ridurre l’ansia esistenziale legata alla morte (Norenzayan & Shariff, 2008).
- Coesione sociale: i rituali religiosi rafforzano il senso di appartenenza e facilitano la cooperazione tra individui dello stesso gruppo (Graham & Haidt, 2010).
- Controllo del comportamento: le norme religiose servono a regolare i comportamenti individuali e sociali, stabilendo premi e punizioni (Boyer, 2001).
Dr. Giuliana Proietti
Fonti principali:
Affluence, not political complexity, explains the rise of moralizing world religions, Eurekalert!
https://www.bbc.com/future/article/20190418-how-and-why-did-religion-evolve
Immagine
Foto di THÁI NHÀN