L’amore romantico
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Cosa è l’amore romantico?
L’amore romantico è un sentimento d’amore caratterizzato da forte piacere, dovuto all’attrazione nei confronti di qualcuno e dai suoi comportamenti di interessamento nei propri confronti.
L’amore romantico è diffuso in tutte le società?
Sembra di si. L’antropologa e biologa Helen Fisher ha studiato 166 società, trovando prove di amore romantico in 147 di esse. Questa ubiquità fa pensare che si tratti di qualcosa di fondamentale sotto l’aspetto biologico.
Cosa produce l’innamoramento nel cervello?
Nel 2005, la Fisher guidò un gruppo di ricerca che pubblicò uno studio rivoluzionario (Fisher H, Aron A, Brown LL. Romantic love: an fMRI study of a neural mechanism for mate choice. J Comp Neurol. 2005 ) che includeva le prime immagini MRI funzionali (fMRI) del cervello di individui innamorati. Il suo team ha analizzato 2.500 scansioni cerebrali di studenti universitari ai quali venivano mostrate le foto di qualcuno di speciale per loro. Queste scansioni cerebrali sono state confrontate poi con scansioni effettuate sulle stesse persone mentre guardavano le foto di conoscenti. Le foto delle persone amate hanno attivato aree cerebrali ricche di dopamina, il cosiddetto neurotrasmettitore del benessere. Due delle regioni del cervello che hanno mostrato una particolare attività cerebrale nelle scansioni fMRI sono state il nucleo caudato, una regione associata al rilevamento e all’aspettativa della ricompensa e all’integrazione delle esperienze sensoriali nel comportamento sociale, e l’area tegmentale ventrale, che è associata al piacere, all’attenzione focalizzata, alla motivazione a perseguire e acquisire ricompense.
L’area tegmentale ventrale fa parte di quello che è noto come circuito della ricompensa nel cervello: una rete neurale primitiva, il che significa che è evolutivamente molto antica; si collega, infatti, al nucleo accumbens. Le strutture che contribuiscono al circuito della ricompensa – l’amigdala, l’ippocampo e la corteccia prefrontale – sono eccezionalmente sensibili (e rinforzano) comportamenti che inducono piacere, come il sesso, il consumo di cibo e l’uso di droghe. Queste stesse aree, dunque, sono coinvolte nell’amore romantico e si illuminano nelle scansioni cerebrali quando si parla di una persona di cui si è innamorati.
Relazione sull'orgasmo femminile
Cosa avviene, a livello cerebrale, quando ci si innamora?
Quando ci si innamora, le sostanze chimiche associate al circuito della ricompensa inondano il cervello, producendo risposte fisiche ed emotive: accelerazione cardiaca, mani sudate, guance arrossate, sentimenti di passione e ansia. I livelli dell’ormone dello stress, il cortisolo, aumentano durante la fase iniziale dell’amore romantico, preparando il corpo ad affrontare la “crisi” imminente. Quando i livelli di cortisolo aumentano, i livelli del neurotrasmettitore serotonina si riducono. Bassi livelli di serotonina scatenano pensieri, speranze e paure tipiche dell’innamoramento, in termini psichiatrici i comportamenti “ossessivo-compulsivi” associati all’infatuazione.
Essere colpiti dall’amore rilascia anche alti livelli di dopamina, una sostanza chimica che mette in moto il sistema di ricompensa, contribuendo a rendere l’amore un’esperienza piacevole, simile all’euforia, una esperienza assimilabile all’uso di cocaina o alcol. Le prove scientifiche di questa somiglianza possono essere trovate in molti studi, incluso uno condotto presso l’Università della California, a San Francisco, e pubblicato nel 2012 su Science (Yong, E. Rejected flies turn to booze Nature, 2012). Dallo studio è emerso che i moscerini della frutta maschi che venivano rifiutati sessualmente bevevano quattro volte più alcol dei moscerini della frutta che si accoppiavano con i moscerini della frutta femmine. Questo spiega che amore e alcool attivano lo stesso centro di ricompensa.
Altre sostanze chimiche che agiscono durante l’amore romantico sono l’ossitocina e la vasopressina, ormoni che hanno un ruolo nella gravidanza, nell’allattamento e nell’attaccamento madre-bambino. L’ossitocina, rilasciata durante l’attività sessuale e intensificata dal contatto pelle a pelle, approfondisce i sentimenti di attaccamento e fa sentire le coppie più vicine l’una all’altra dopo aver fatto sesso. L’ossitocina, conosciuta anche come l’ormone dell’amore, provoca sentimenti di appagamento, calma e sicurezza, che sono spesso associati al legame con il/la partner. La vasopressina è legata al comportamento che produce relazioni monogame a lungo termine.
L’amore può essere una cura contro la depressione?
Si. Oltre ai sentimenti positivi che porta con sé, l’amore disattiva anche il percorso neurale responsabile delle emozioni negative, come la paura e il giudizio sociale. Questi sentimenti positivi e negativi coinvolgono due percorsi neurologici diversi: quello legato alle emozioni positive collega la corteccia prefrontale al nucleo accumbens, mentre l’altro, legato alle emozioni negative, collega il nucleo accumbens all’amigdala.
Cosa succede nel tempo?
Nel tempo la passione rimane, ma lo stress dei primi tempi sparisce. I livelli di cortisolo e serotonina tornano alla normalità. L’amore, iniziato come un fattore di stress, diventa una protezione contro lo stress. Le aree cerebrali associate alla ricompensa e al piacere sono ancora attive man mano che le relazioni d’amore procedono, ma il costante desiderio legato all’amore romantico spesso diminuisce.
Si passa dunque dall’amore appassionato a quello che viene chiamato amore maturo, un amore profondo ma non così euforico come quello sperimentato durante le prime fasi dell’innamoramento.
Si può riaccendere la fiammella dell’amore?
Con il tempo le coppie perdono l’abitudine alle manifestazioni romantiche e alla sessualità, spesso per buone ragioni: il lavoro, i figli, un genitore malato. Per riaccendere la scintilla si può ricercare l’attività sessuale, che aumenta i livelli di ossitocina e contribuisce ad attivare il circuito di ricompensa del cervello, facendo sì che le coppie si desiderino di più. Sicuramente una terapia di coppia, a questo punto della propria storia, può essere di aiuto, anche per superare tutti i tabù sessuali che nel tempo possono essersi creati.
Dr. Giuliana Proietti
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