La violenza ostetrica

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Dr. Giuliana Proietti
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La violenza ostetrica è una forma di violazione dei diritti umani che si verifica durante la gravidanza, il parto e il periodo post-partum. Comprende pratiche mediche invasive o non necessarie, somministrazione di farmaci senza consenso, rifiuto di cure o antidolorifici, insulti verbali, umiliazioni e discriminazioni. Questi comportamenti possono avvenire sia in modo intenzionale che inconsapevole. Cerchiamo di saperne di più.

Dove si verifica la violenza ostetrica?

La violenza ostetrica è un fenomeno diffuso in tutto il mondo. Gli episodi possono avvenire in ospedali pubblici o privati, cliniche o altri contesti sanitari, e coinvolgere diversi professionisti della salute come ostetriche, ginecologi o infermieri.

Perché alcuni operatori sanitari si oppongono al termine “violenza ostetrica”?

Alcuni membri della comunità medica contestano l’uso della parola “violenza”, ritenendola troppo forte e associata a un intento di nuocere, cosa che nella maggior parte dei casi non sarebbe presente. I rappresentanti di tre grandi istituzioni professionali europee hanno persino firmato un documento che critica l’uso del termine.

Tuttavia, molte associazioni per i diritti delle donne sostengono che l’impatto sulla persona che partorisce conta più dell’intenzione.

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Perché è importante usare il termine “violenza ostetrica”?

E’ importante perché il termine definisce correttamente il fenomeno e questo permette di riconoscerlo, prevenirlo e contrastarlo. Il termine ha origine dalle testimonianze dirette delle donne, prima in America Latina e poi in tutto il mondo, ed è oggi adottato da enti come le Nazioni Unite, il Consiglio d’Europa e alcuni governi europei, tra cui la Catalogna e la Francia.

Qual è il valore scientifico e istituzionale del termine?

Il termine “violenza ostetrica” è ampiamente utilizzato nella letteratura scientifica internazionale e in documenti ufficiali di istituzioni sanitarie e governative. Un recente studio commissionato dalla Commissione Europea, presentato nel 2023, ha confermato la rilevanza del termine, basandosi su casi studio in Francia, Paesi Bassi, Slovacchia e Spagna.

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La violenza ostetrica può essere considerata una forma di violenza di genere?

Sì. Secondo il Parlamento Europeo, si parla di violenza di genere quando un atto è rivolto a una persona a causa del suo genere o colpisce in modo sproporzionato un determinato genere. La violenza ostetrica, colpendo prevalentemente le donne durante uno dei momenti più vulnerabili della loro vita, rientra in questa definizione. Diversi paesi, come Argentina, Venezuela e Uruguay, hanno già riconosciuto ufficialmente questa forma di violenza come tale.

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Quali sono le cause strutturali della violenza ostetrica?

La violenza ostetrica non nasce solo da comportamenti individuali. È il risultato di fattori complessi come:

  • Condizioni di lavoro stressanti per il personale sanitario
  • Pressioni finanziarie e organizzative
  • Gerarchie rigide e cultura medica autoritaria
  • Pregiudizi impliciti di genere e, in alcuni casi, razziali

Perché è necessario mantenere il termine “violenza ostetrica”?

Eliminare o ridurre il termine significherebbe nascondere la portata sistemica del problema. Solo riconoscendo la natura strutturale di questa forma di abuso si possono costruire politiche efficaci di prevenzione e tutela. Il termine ha ormai un riconoscimento scientifico, politico e sociale e rappresenta un passo fondamentale verso il rispetto della dignità e dei diritti delle persone che partoriscono.

Qual è il vero dibattito oggi?

Il dibattito non riguarda più la legittimità del termine, ma come affrontare in modo concreto la violenza ostetrica. La priorità è avviare un dialogo reale tra chi partorisce e chi lavora nel settore sanitario, per promuovere un cambiamento culturale e organizzativo che migliori le condizioni di assistenza al parto.
Dr. Giuliana Proietti

Seduta di psicoterapia

Dr. Giuliana Proietti Tel e Whatsapp 347 0375949

Fonte principale

Obstetric violence: abuse during childbirth is widespread, but the first step to fighting it is naming it

Immagine

Foto di Jonathan Borba

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Di Giuliana Proietti

Giuliana Proietti è psicoterapeuta e sessuologa clinica. Riceve i pazienti online, da qualsiasi parte del mondo. Sono possibili anche incontri in presenza, a Fabriano Civitanova Marche Ancona e Terni. Costo della Terapia Online: 60 euro/seduta In presenza 90 euro/seduta. Telefonare o inviare un messaggio whatsapp per chiedere appuntamento al 347 0375949, oppure scrivere a info@giulianaproietti.it Visita i siti www.psicolinea.it www.clinicadellatimidezza.it www.clinicadellacoppia.it per avere ulteriori informazioni.