Obesità: caratteristiche e fattori di rischio

Obesità: caratteristiche e fattori di rischio

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Dr. Giuliana Proietti
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L’obesità (dal latino obesitas, che significa “grasso, grosso, paffuto”) è una condizione medica determinata dall’accumulo di grasso corporeo nel tessuto adiposo – in quantità eccessiva rispetto alle necessità fisiologiche dell’organismo – tanto che può essere causa di morte (produce un’aspettativa di vita inferiore di 10 anni rispetto a quella di un coetaneo con peso normale e medesima situazione).

Essa è considerata una “malattia dell’abbondanza” perché, diversamente da altre patologie derivanti dalla carenza di risorse, è collegata a un eccesso di calorie e a uno stile di vita sedentario, resi possibili dai contesti di abbondanza alimentare nelle società moderne. Cerchiamo di saperne di più.

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L’eccesso di peso deve essere considerato come una malattia?

Sebbene già Ippocrate avesse scritto che “la corpulenza non è solo una malattia in sé, ma il presagio di altre”, l’eccesso di peso corporeo non sempre è stato considerato una malattia vera e propria, ma oggi la medicina sta andando in un’altra direzione.

Come si calcola il tasso di obesità negli adulti?

L’obesità negli adulti è spesso misurata tramite l’indice di massa corporea (BMI), un indicatore basato sul rapporto tra peso e altezza. Un BMI pari o superiore a 30 è classificato come obesità, mentre valori superiori a 40 indicano obesità grave.

Tuttavia, il BMI non considera la distribuzione del grasso corporeo e altri fattori rilevanti per la salute, motivo per cui si utilizzano anche misure come la circonferenza vita per valutare i rischi legati al grasso addominale.

Come viene calcolata l’obesità nei bambini?

L’obesità infantile è definita in base a percentili di BMI specifici per l’età e il genere, poiché i bambini sono in crescita e le proporzioni corporee cambiano con l’età. Un BMI pari o superiore al 95° percentile indica obesità nei bambini e negli adolescenti.

Quali sono le cause della obesità adulta?

Le cause dell’obesità nell’adulto sono le seguenti:

Dieta ipercalorica e stile di vita sedentario: il consumo eccessivo di alimenti ad alto contenuto calorico e una scarsa attività fisica sono tra le principali cause.
Fattori genetici: i geni influenzano il modo in cui il corpo regola il peso e immagazzina il grasso, rendendo alcune persone più predisposte all’obesità.
Fattori psicologici: lo stress, la depressione e altri fattori emotivi possono portare a comportamenti di “emotional eating”, ovvero il consumo eccessivo di cibo per gestire le emozioni.
Disturbi metabolici e ormonali alcune patologie come l’ipotiroidismo, la sindrome di Cushing e la sindrome dell’ovaio policistico influenzano il peso corporeo e predispongono all’obesità.
Influenze ambientali: il facile accesso a cibi ricchi di grassi e zuccheri e la mancanza di spazi sicuri per l’attività fisica sono elementi che contribuiscono all’aumento di peso.

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Quali sono le cause dell’obesità nei bambini?

Le cause sono in parte simili a quelle dell’obesità adulta ma presentano specificità:

Dieta poco equilibrata: molti bambini consumano regolarmente alimenti ad alto contenuto di zuccheri e grassi, come dolci, bevande zuccherate e fast food.
Sedentarietà e uso della tecnologia: l’aumento del tempo trascorso davanti a schermi (TV, videogiochi, tablet) riduce il tempo dedicato all’attività fisica, favorendo un comportamento sedentario.
Fattori familiari e socioeconomici: i bambini crescono in ambienti che influenzano le loro abitudini alimentari e fisiche. La disponibilità economica può influenzare il tipo di cibo acquistato, così come la cultura familiare rispetto all’alimentazione e all’attività fisica.

Perché l’obesità viene definita la malattia dell’abbondanza?

L’obesità viene chiamata “malattia dell’abbondanza” perché si manifesta in contesti in cui l’accesso al cibo è ampio, e l’alimentazione non è più limitata solo ai momenti di necessità. Alimenti ipercalorici e facilmente disponibili, unitamente a uno stile di vita sedentario, sono diventati comuni nelle società industrializzate, favorendo il consumo di calorie in eccesso rispetto al fabbisogno. Questo concetto riflette la tendenza delle società moderne a produrre e consumare più risorse alimentari rispetto a quanto il corpo richieda.

In passato l’essere in sovrappeso era considerato sinonimo di salute: perché?

In passato, durante periodi di scarsità o in società con risorse alimentari limitate, l’accumulo di grasso corporeo era una risorsa evolutiva, poiché permetteva di immagazzinare energia per far fronte a periodi di carestia. Oggi, tuttavia, questo sistema si rivela dannoso in un contesto di abbondanza alimentare, dove il consumo di calorie in eccesso non è bilanciato da un’attività fisica adeguata.

Dr. Giuliana Proietti
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Quali rischi per la salute comporta l’obesità?

L’obesità è associata a un numero significativo di patologie e rischi per la salute, tra cui:

Malattie cardiovascolari: come ipertensione, ictus e infarto, tutte correlate all’aumento di grasso corporeo.
Diabete di tipo 2: una condizione in cui il corpo diventa meno sensibile all’insulina, con conseguente aumento dei livelli di zucchero nel sangue.
Disturbi respiratori: l’obesità può causare difficoltà respiratorie, come la sindrome delle apnee notturne.
Cancro: il rischio di alcuni tipi di cancro, come quelli al seno, al colon e alla prostata, è aumentato nelle persone obese.
Disturbi articolari e osteoarticolari: l’obesità causa spesso dolori articolari e problemi alle articolazioni, come l’artrosi, dovuti al peso eccessivo.
Problemi psicologici: l’obesità è associata a una maggiore incidenza di disturbi dell’umore, ansia e depressione, in parte dovuti a discriminazioni e stigmatizzazione.

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Come si previene l’obesità?

La prevenzione dell’obesità richiede un intervento combinato su diversi fronti:

Educazione alimentare: insegnare l’importanza di una dieta bilanciata e ricca di nutrienti, limitando l’assunzione di alimenti trasformati.
Incentivare l’attività fisica: praticare regolarmente attività fisica, anche attraverso piccoli cambiamenti quotidiani, come camminare o usare le scale.
Supporto psicologico: nelle situazioni in cui l’obesità è correlata a problemi emotivi, la terapia può aiutare a comprendere e gestire i comportamenti alimentari disfunzionali.
Interventi pubblici e politiche sanitarie: promuovere un ambiente che supporti stili di vita sani, rendendo accessibili cibi sani e spazi per l’attività fisica.

Quanto è diffusa l’obesità?

In Italia, l’obesità rappresenta una delle maggiori problematiche di salute pubblica, con differenze significative tra età, regioni e condizioni socioeconomiche. Secondo i dati ISTAT e l’ISS, l’incidenza dell’obesità tra gli adulti ha raggiunto il 10,7% e la percentuale di sovrappeso è del 34%, con un aumento maggiore nelle regioni del Sud.

Tra i bambini, i dati dell’indagine “Okkio alla Salute” mostrano che nel 2023 il 19% dei bambini tra 8 e 9 anni è in sovrappeso, e quasi il 10% è obeso, evidenziando criticità legate a stili di vita poco salutari e al gradiente socioeconomico-geografico, che influisce sulle abitudini alimentari e sull’attività fisica.

I bambini obesi corrono dei rischi?

Si. Se un bambino è obeso o in sovrappeso corre il serio rischio di essere anche un adolescente o un adulto sovrappeso, con la possibilità di sviluppare in seguito malattie croniche, come disturbi cardiaci o diabete. Inoltre, i soggetti in sovrappeso sono anche più inclini a sviluppare stress, depressione e scarsa autostima.

Come si fa a sapere se un bambino è in sovrappeso?

La persona migliore cui domandare se il bambino è sovrappeso è il pediatra. Il medico dovrà misurare il peso e l’altezza del bambino e calcolare il suo “BMI” o indice di massa corporea, per confrontare questo valore con i valori standard. Il medico valuterà anche l’età e i modelli di crescita del bambino.

Come si può escludere che vi sia un problema organico?

Un esame fisico e alcune analisi del sangue possono comunque escludere con certezza la possibilità che vi sia una ragione organica alla base dell’obesità infantile.

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Come si previene l’obesità infantile?

Per prevenire l’obesità infantile è utile agire sia sulla dieta, sia sulle attività fisiche del bambino. Oggi infatti molti bambini trascorrono molto tempo rimanendo inattivi. Ad esempio, il bambino medio passa circa quattro ore al giorno a guardare la televisione, per poi passare, quando cresce, ai computer e ai videogiochi, aumentando le ore di inattività.

Cosa si può fare per un bambino in sovrappeso?

È importante parlare al bambino del problema del peso, permettendogli di responsabilizzarsi nell’assunzione di cibo. I genitori dovrebbero inoltre concentrarsi nel modificare gradualmente l’attività fisica e le abitudini alimentari della famiglia. Coinvolgendo l’intera famiglia,  tutti devono impegnarsi a seguire le regole e le abitudini più salutari e questo fa si che il bambino in sovrappeso non si senta al centro dell’attenzione.

Come coinvolgere la famiglia in abitudini salutari?

Ci sono molti modi per coinvolgere l’intera famiglia nel cambiare stile di vita. Ecco alcuni modi per realizzare questo progetto:

  • Dare l’esempio. Se i figli vedono che i genitori sono fisicamente attivi, è più probabile siano portati a seguirne l’esempio;
  • Pianificare le attività familiari che permettono a tutti di camminare, andare in bicicletta o nuotare.
  • Essere sensibili ai bisogni del bambino. I bambini in sovrappeso potrebbero sentirsi a disagio nel partecipare a determinate attività. È importante aiutare il bambino a trovare le attività fisiche che gli piacciono e che non sono sente come imbarazzanti o troppo difficili.
  • Sforzarsi di ridurre il tempo che la famiglia trascorre in attività sedentarie, come guardare la TV o giocare ai videogiochi.
  • Evitare di comprare i prodotti alimentari pubblicizzati durante i programmi per ragazzi. Si tratta infatti di cibo di scarso valore nutritivo e altamente lavorato a livello industriale, con alto contenuto di grassi.  L’obesità infantile è legata anche all’assunzione di questo tipo di merendine e snack, magari consumati davanti alla TV.

Dr. Giuliana Proietti

 

Che terapie ci sono per l’obesità?

Le terapie per l’obesità sono di tipo chirurgico, farmacologico, psicoterapeutico. Ogni caso deve essere attentamente studiato, per poter intervenire in modo mirato: in qualcuno infatti, per risolvere un problema di sovrappeso, anche grave, potrebbe bastare una terapia di sostegno che sia motivante nei confronti della dieta e dell’attività fisica, mentre per altri tutto questo potrebbe non essere sufficiente e si dovrebbe procedere per via farmacologica, se non chirurgica.

Dr. Giuliana Proietti

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Di Giuliana Proietti

Giuliana Proietti è psicoterapeuta e sessuologa clinica. Riceve i pazienti online, da qualsiasi parte del mondo. Sono possibili anche incontri in presenza, a Fabriano Civitanova Marche Ancona e Terni. Costo della Terapia Online: 60 euro/seduta In presenza 90 euro/seduta. Telefonare o inviare un messaggio whatsapp per chiedere appuntamento al 347 0375949, oppure scrivere a info@giulianaproietti.it Visita i siti www.psicolinea.it www.clinicadellatimidezza.it www.clinicadellacoppia.it per avere ulteriori informazioni.